La Psiconeuroanalisi è arrivata in Germania
L' 8 Giugno 2011 su Radio Colonia è stato mandato in onda un bellissimo servizio relativo alla Psiconeuroanalisi. In detto servizio si è messo in evidenza l' importanza di questa scoperta scientifica, principalmente attraverso la voce dei nostri cari familiari, ma anche tramite le chiare spiegazioni degli stessi medici specialisti, che hanno fornito ulteriori dettagli relativi alla terapia.
Noi Familiari degli ex-alzheimer abbiamo l' auspicio che, l' atteggiamento ostile, palesato da parte di molti nei confronti di questa scoperta, si dissolva, e si guardi a questa cura e ai suoi efficaci risultati come ad una reale speranza per tutti coloro che sono immersi nel vortice della malattia.
I familiari degli ex-alzheimer
In basso potete ascoltare il servizio andato in onda nella radio tedesca.
lunedì 20 giugno 2011
mercoledì 15 giugno 2011
Psiconeuroanalisi: una teoria da approfondire
Il motivo per cui non è stato sufficiente per me leggere una sola volta il libro “Psiconeuroanalisi dell’istero-demenza” del dott. Giuseppe Dore, ma per ben tre volte: mi sono trovata di fronte alla “fatica del concetto” che si sviluppa, prendendo forma, nel momento in cui si comprendono termini, correlazioni e significati più profondi. Quando ho acquistato il testo, cercavo informazioni sulla cura delle demenze, invece, ho trovato una nuova visione della mente e della realtà che, con il passare del tempo, sta sollecitando sempre di più la mia curiosità. Rileggendolo, infatti, sono emerse più domande che risposte.
Domande sull’uomo e sul mistero della sua evoluzione che mi hanno indotta ad andare avanti e indietro nel tempo alla ricerca dei suoi meccanismi, peraltro, non del tutto decifrabili. Il fatto più strano è che proprio partendo dalla patologia, paradossalmente, l’uomo viene stimolato ad acquisire una maggiore consapevolezza del suo processo evolutivo che, inglobando tutti i livelli vissuti dalla specie, ritorna all’origine del suo essere. Un essere cosciente con tre cervelli ( rettiliano, limbico, corticale ) che coesistono nella sua mente e ne influenzano la sua natura, ognuno con i suoi processi mentali caratteristici. E’ interessante osservare come, procedendo a ritroso nel percorso evolutivo, sia possibile pervenire alla cura delle patologie mentali. L’agente del cambiamento è il terapeuta. Il suo intervento consiste nel riportare un individuo incosciente alla consapevolezza del Sé e del mondo: ciò si è verificato nel caso clinico del “ Sir Random”, descritto nel testo in tutti i suoi aspetti. Il ritorno allo stato di coscienza è mediato dalla parola, lo strumento che consente all’uomo di rappresentare la realtà e di sintonizzarsi con essa.
Dopo aver preso in considerazione numerosi contributi che spaziano dalle teorie psicanalitiche alle neuroscienze ed aver seguito gli sviluppi del dibattito epistemologico, dal metodo sperimentale di Galilei alla teoria della relatività di Einstein fino all’analisi della fisica quantistica, l’autore giunge ad una sintesi originale, dalla quale scaturisce una nuova forma di conoscenza. Si va ben oltre la cura. Si prospetta una grande speranza per l’umanità: l’uomo ha il potere di curare e prevenire le patologie mentali. Per capire come ciò sia possibile, è importante essere disponibili al cambiamento del paradigma scientifico dominante che influisce sulle modalità di prendersi cura della persona de-mente.
Greco Carolina – Senigallia (An)
Il motivo per cui non è stato sufficiente per me leggere una sola volta il libro “Psiconeuroanalisi dell’istero-demenza” del dott. Giuseppe Dore, ma per ben tre volte: mi sono trovata di fronte alla “fatica del concetto” che si sviluppa, prendendo forma, nel momento in cui si comprendono termini, correlazioni e significati più profondi. Quando ho acquistato il testo, cercavo informazioni sulla cura delle demenze, invece, ho trovato una nuova visione della mente e della realtà che, con il passare del tempo, sta sollecitando sempre di più la mia curiosità. Rileggendolo, infatti, sono emerse più domande che risposte.
Domande sull’uomo e sul mistero della sua evoluzione che mi hanno indotta ad andare avanti e indietro nel tempo alla ricerca dei suoi meccanismi, peraltro, non del tutto decifrabili. Il fatto più strano è che proprio partendo dalla patologia, paradossalmente, l’uomo viene stimolato ad acquisire una maggiore consapevolezza del suo processo evolutivo che, inglobando tutti i livelli vissuti dalla specie, ritorna all’origine del suo essere. Un essere cosciente con tre cervelli ( rettiliano, limbico, corticale ) che coesistono nella sua mente e ne influenzano la sua natura, ognuno con i suoi processi mentali caratteristici. E’ interessante osservare come, procedendo a ritroso nel percorso evolutivo, sia possibile pervenire alla cura delle patologie mentali. L’agente del cambiamento è il terapeuta. Il suo intervento consiste nel riportare un individuo incosciente alla consapevolezza del Sé e del mondo: ciò si è verificato nel caso clinico del “ Sir Random”, descritto nel testo in tutti i suoi aspetti. Il ritorno allo stato di coscienza è mediato dalla parola, lo strumento che consente all’uomo di rappresentare la realtà e di sintonizzarsi con essa.
Dopo aver preso in considerazione numerosi contributi che spaziano dalle teorie psicanalitiche alle neuroscienze ed aver seguito gli sviluppi del dibattito epistemologico, dal metodo sperimentale di Galilei alla teoria della relatività di Einstein fino all’analisi della fisica quantistica, l’autore giunge ad una sintesi originale, dalla quale scaturisce una nuova forma di conoscenza. Si va ben oltre la cura. Si prospetta una grande speranza per l’umanità: l’uomo ha il potere di curare e prevenire le patologie mentali. Per capire come ciò sia possibile, è importante essere disponibili al cambiamento del paradigma scientifico dominante che influisce sulle modalità di prendersi cura della persona de-mente.
Greco Carolina – Senigallia (An)
lunedì 2 maggio 2011
L' AIMA, invece di informarsi, spara a zero sulla scoperta di Sassari
Gira su internet questo file Pdf :
http://www.alzheimervarese.org/Documenti/Notiziario_01.pdf
Tale file contiene il Notiziario quadrimestrale dell’Associazione Varese Alzheimer / AIMA, nel quale possiamo leggere, come inizio, che per l' AIMA la notizia dell' esistenza della terapia efficace contro l' Alzheimer sarebbe deprimente. Siamo convinti che, i malati e i loro familiari, troverebbero deprimente questa loro affermazione. Nel notiziario viene menzionato il nostro blog, accusato di propagandare notizie false riguardo a cure, da loro definite, miracolose. La cosa più incredibile è l' attacco portato alla persona della dottoressa D' Onofrio, la quale sarà presto informata di questa deplorevole azione diffamatoria e di calunnia che sicuramente non è degna di persone che si possono definire oneste.
Riportiamo quanto afferma testualmente il notiziario a cui si riferisce il link precedente che, per la precisione è di Aprile 2011, quindi recentissimo:
"E’opportuno che i nostri Soci recepiscano una notizia, anche se in verità la riteniamo
personalmente piuttosto deprimente.
La notizia è la seguente. Nel maggio dell’anno scorso sono comparsi sul web comunicazioni
riguardanti una cura miracolosa per la malattia di Alzheimer, avvisi per lo più intitolati “La
Fine della Demenza Alzheimer” . I blog hanno infatti comunicato con una certa insistenza
che una certa dottoressa Marinella D’Onofrio, di Sassari, (da non confondere con Mara
D’Onofrio che lavora presso l’European Brain Research Institute di Roma) appartenente ad
un gruppo chiamato “Gemmer” – il quale si occupa di “metodi diagnostici e terapeutici non
invasivi in neurologia, in podologia, in riflessoterapia, nella statica e nella cinetica e nel
recupero neuro-sensoriale” - ottiene risultati miracolosi di una sua, non chiaramente
precisata, cura.
Orbene, a parte il fatto che Gemmer si occupa sia di podologia sia di neurologia (campi di
interesse che a parere di chi scrive, che tuttavia non è esperto in neurologia, piuttosto
singolari), non esistono prove scientifiche della efficacia di questa terapia. Inoltre i malati
trattati sembrano essere molto pochi. Tra l’altro la ASL e l’UVA di Sassari, non informate
ufficialmente della terapia, non hanno fatto nessuna comunicazione in merito. Per di più
non vi sono pubblicazioni della D’Onofrio menzionate dalla Libreria Nazionale di Medicina
degli USA che recensisce oltre 19 milioni di pubblicazioni mediche.
Giustamente l’AIMA nazionale mette in guardia con una lettera molto esaustiva circa questi
improbabili risultati che possono essere facilmente accumunati ai millantati eccellenti
risultati delle cure miracolose per i tumori che ogni tanto invadono i mezzi di
comunicazione."
A tali affermazioni, che veicolano insistentemente notizie non veritiere su di noi, sulla terapia e sul medico, e che tendono perciò a presentare una falsa realtà dei fatti, rispondiamo:
1) La notizia relativa alla dottoressa Marinella D' Onofrio è oltrechè falsa, inverosimilmente calunniosa e si può definire come un vero attacco alla persona. Questo perchè si vuole screditare in modo palesemente mistificatorio il medico, insinuando il fatto che essa non sarebbe un neurologo. Sfortunatamente per l' AIMA, su questo dettaglio chiunque, entrando nel sito della Federazione Nazionale Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, nella sezione specifica della ricerca anagrafica Fnomceo-Ricerca Professionisti e digitando D'Onofrio (tutto attaccato) Marinella nei campi specifici e scegliendo Sassari come provincia dell' ordine , potrà notare che il medico risulta iscritto regolarmente allo stesso. Inoltre volendo avere maggiori dettagli, cliccando sull' icona a forma d' occhio, compare la seguente dicitura: SPECIALIZZAZIONE IN NEUROLOGIA. Pur cui, in quanto scrive l' AIMA, si palesa, ulteriormente, la sua estrema malafede.
2) Il secondo elemento, che balza subito agli occhi, è il fatto che nel notiziario si ometta, diligentemente, di scrivere che lo scopritore è, come più volte da noi ribadito, il medico dottor Dore Giuseppe, anch' egli Neurologo, il quale avrebbe pubblicato un libro riguardo alla sua scoperta . La qual cosa mette in risalto un vero e proprio attacco, sia verso di noi, falsificando le nostre testimonianze, sia nei confronti della Psiconeuroanalisi, con delle, neanche troppo sottili, «stilettate» mistificatorie.
3) Altra cosa strana è il fatto che l' AIMA si vanti di sapere quanti siano i nostri familiari guariti. Da chi avrebbe saputo questa cosa, dato che da noi non è mai venuto nessun loro rappresentante? Infatti se l' AIMA si fosse veramente interessata, come avrebbe dovuto, a questa scoperta, avrebbe avuto modo di verificare l' esatta consistenza, sempre in aumento peraltro, dei malati definitivamente guariti.
4) Riguardo alle prove scientifiche, cosa sarebbero i nostri familiari guariti, se non vere e proprie prove scientifiche viventi della reale efficacia della Psiconeuroanalisi? Prove talmente evidenti, che chiunque (e non solo gli specialisti) possono vedere. Qui non parliamo di rallentamento della malattia, ma di arresto e di inversione e guarigione della stessa. Se questo all' AIMA non interessa dovrebbe, per correttezza, spiegarne le motivazioni, a noi tutti ma anche e soprattutto, a quei malati e loro familiari che confidano in lei.
5) Riguardo all' UVA di Sassari, ha palesato tutta la sua totale contrarietà nei confronti della scoperta, nella voce del suo rappresentante, in diverse occasioni, tra cui quella del TG di una nota emittente regionale, in cui, davanti all' evidenza dei casi di guarigione e stabilizzazione dei nostri familiari ha parlato di false speranze. Come che testimoniare dell' esito positivo di una terapia possa essere considerato tale. Le false speranze, secondo noi, le danno coloro che, pur sapendo dei nostri cari guariti, dichiarano apertamente che dall' Alzheimer non si guarisce, mentre la scoperta scientifica di una terapia efficace è definita vergognosamente falsa speranza; siamo al colmo! Crediamo che l' UVA di Sassari dovrà trovare delle scuse più consistenti, e meno banali, poichè se la guarigione dei nostri cari equivale a falsa speranza, allora le loro non guarigioni cosa sarebbero? L' UVA di Sassari, non solo conosce la scoperta, ma la conosce sin troppo bene, essendo nata dentro la stessa università, come dice lo stesso autore del libro e scopritore, come sua tesi di laurea.
Perciò come ben dice chi scrive l' articolo del notiziario AIMA, fa bene a definirsi un incompetente in Neurologia, anche se, sarebbe meglio per l' AIMA stessa evitare che tali persone incompetenti scrivano articoli nel proprio notiziario, poichè, a volte, a diffamare un medico specialista si rischia, come minimo, la querela. Ad accusare chi dice il vero, come facciamo noi familiari degli ex-alzheimer, di dire cose non veritiere , si rischia in egual misura la querela. Pertanto ci andrei piano, se fossimo in chi scrive nel notiziario, o in chi invia lettere di avvertimento, per calunniare le nostre dichiarazioni e i medici nella loro onesta attività. L' incompetenza dell' incaricato AIMA si palesa in tutte le righe dell' articolo del notiziario, nessuna esclusa, tanto che alla fine noi familiari degli ex-alzheimer ci chiediamo con quale criterio gli sia stato affidato quell' incarico in seno all' associazione, la quale dovrebbe favorire i malati di Alzheimer e i familiari, e non certo ingannarli comunicandogli notizie false. Saremo altresì curiosi di leggere i contenuti della lettera, definita come molto esaustiva, inviata dall' AIMA nazionale in cui ci accusano di essere dei millantatori quando, grazie al cielo, quel notiziario AIMA , con tutte le sue non veritiere affermazioni, dimostra chi siano i veri millantatori.
Invitiamo, pertanto, coloro che siano venuti in possesso della lettera dell'AIMA nazionale, a spedircela via email a questo indirizzo exalzheimer@gmail.com , saremo ben lieti di renderne pubblici i contenuti pubblicandoli in questo blog.
I familiari degli ex-alzheimer
Gira su internet questo file Pdf :
http://www.alzheimervarese.org/Documenti/Notiziario_01.pdf
Tale file contiene il Notiziario quadrimestrale dell’Associazione Varese Alzheimer / AIMA, nel quale possiamo leggere, come inizio, che per l' AIMA la notizia dell' esistenza della terapia efficace contro l' Alzheimer sarebbe deprimente. Siamo convinti che, i malati e i loro familiari, troverebbero deprimente questa loro affermazione. Nel notiziario viene menzionato il nostro blog, accusato di propagandare notizie false riguardo a cure, da loro definite, miracolose. La cosa più incredibile è l' attacco portato alla persona della dottoressa D' Onofrio, la quale sarà presto informata di questa deplorevole azione diffamatoria e di calunnia che sicuramente non è degna di persone che si possono definire oneste.
Riportiamo quanto afferma testualmente il notiziario a cui si riferisce il link precedente che, per la precisione è di Aprile 2011, quindi recentissimo:
personalmente piuttosto deprimente.
La notizia è la seguente. Nel maggio dell’anno scorso sono comparsi sul web comunicazioni
riguardanti una cura miracolosa per la malattia di Alzheimer, avvisi per lo più intitolati “La
Fine della Demenza Alzheimer” . I blog hanno infatti comunicato con una certa insistenza
che una certa dottoressa Marinella D’Onofrio, di Sassari, (da non confondere con Mara
D’Onofrio che lavora presso l’European Brain Research Institute di Roma) appartenente ad
un gruppo chiamato “Gemmer” – il quale si occupa di “metodi diagnostici e terapeutici non
invasivi in neurologia, in podologia, in riflessoterapia, nella statica e nella cinetica e nel
recupero neuro-sensoriale” - ottiene risultati miracolosi di una sua, non chiaramente
precisata, cura.
Orbene, a parte il fatto che Gemmer si occupa sia di podologia sia di neurologia (campi di
interesse che a parere di chi scrive, che tuttavia non è esperto in neurologia, piuttosto
singolari), non esistono prove scientifiche della efficacia di questa terapia. Inoltre i malati
trattati sembrano essere molto pochi. Tra l’altro la ASL e l’UVA di Sassari, non informate
ufficialmente della terapia, non hanno fatto nessuna comunicazione in merito. Per di più
non vi sono pubblicazioni della D’Onofrio menzionate dalla Libreria Nazionale di Medicina
degli USA che recensisce oltre 19 milioni di pubblicazioni mediche.
Giustamente l’AIMA nazionale mette in guardia con una lettera molto esaustiva circa questi
improbabili risultati che possono essere facilmente accumunati ai millantati eccellenti
risultati delle cure miracolose per i tumori che ogni tanto invadono i mezzi di
comunicazione."
A tali affermazioni, che veicolano insistentemente notizie non veritiere su di noi, sulla terapia e sul medico, e che tendono perciò a presentare una falsa realtà dei fatti, rispondiamo:
1) La notizia relativa alla dottoressa Marinella D' Onofrio è oltrechè falsa, inverosimilmente calunniosa e si può definire come un vero attacco alla persona. Questo perchè si vuole screditare in modo palesemente mistificatorio il medico, insinuando il fatto che essa non sarebbe un neurologo. Sfortunatamente per l' AIMA, su questo dettaglio chiunque, entrando nel sito della Federazione Nazionale Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, nella sezione specifica della ricerca anagrafica Fnomceo-Ricerca Professionisti e digitando D'Onofrio (tutto attaccato) Marinella nei campi specifici e scegliendo Sassari come provincia dell' ordine , potrà notare che il medico risulta iscritto regolarmente allo stesso. Inoltre volendo avere maggiori dettagli, cliccando sull' icona a forma d' occhio, compare la seguente dicitura: SPECIALIZZAZIONE IN NEUROLOGIA. Pur cui, in quanto scrive l' AIMA, si palesa, ulteriormente, la sua estrema malafede.
2) Il secondo elemento, che balza subito agli occhi, è il fatto che nel notiziario si ometta, diligentemente, di scrivere che lo scopritore è, come più volte da noi ribadito, il medico dottor Dore Giuseppe, anch' egli Neurologo, il quale avrebbe pubblicato un libro riguardo alla sua scoperta . La qual cosa mette in risalto un vero e proprio attacco, sia verso di noi, falsificando le nostre testimonianze, sia nei confronti della Psiconeuroanalisi, con delle, neanche troppo sottili, «stilettate» mistificatorie.
3) Altra cosa strana è il fatto che l' AIMA si vanti di sapere quanti siano i nostri familiari guariti. Da chi avrebbe saputo questa cosa, dato che da noi non è mai venuto nessun loro rappresentante? Infatti se l' AIMA si fosse veramente interessata, come avrebbe dovuto, a questa scoperta, avrebbe avuto modo di verificare l' esatta consistenza, sempre in aumento peraltro, dei malati definitivamente guariti.
4) Riguardo alle prove scientifiche, cosa sarebbero i nostri familiari guariti, se non vere e proprie prove scientifiche viventi della reale efficacia della Psiconeuroanalisi? Prove talmente evidenti, che chiunque (e non solo gli specialisti) possono vedere. Qui non parliamo di rallentamento della malattia, ma di arresto e di inversione e guarigione della stessa. Se questo all' AIMA non interessa dovrebbe, per correttezza, spiegarne le motivazioni, a noi tutti ma anche e soprattutto, a quei malati e loro familiari che confidano in lei.
5) Riguardo all' UVA di Sassari, ha palesato tutta la sua totale contrarietà nei confronti della scoperta, nella voce del suo rappresentante, in diverse occasioni, tra cui quella del TG di una nota emittente regionale, in cui, davanti all' evidenza dei casi di guarigione e stabilizzazione dei nostri familiari ha parlato di false speranze. Come che testimoniare dell' esito positivo di una terapia possa essere considerato tale. Le false speranze, secondo noi, le danno coloro che, pur sapendo dei nostri cari guariti, dichiarano apertamente che dall' Alzheimer non si guarisce, mentre la scoperta scientifica di una terapia efficace è definita vergognosamente falsa speranza; siamo al colmo! Crediamo che l' UVA di Sassari dovrà trovare delle scuse più consistenti, e meno banali, poichè se la guarigione dei nostri cari equivale a falsa speranza, allora le loro non guarigioni cosa sarebbero? L' UVA di Sassari, non solo conosce la scoperta, ma la conosce sin troppo bene, essendo nata dentro la stessa università, come dice lo stesso autore del libro e scopritore, come sua tesi di laurea.
Perciò come ben dice chi scrive l' articolo del notiziario AIMA, fa bene a definirsi un incompetente in Neurologia, anche se, sarebbe meglio per l' AIMA stessa evitare che tali persone incompetenti scrivano articoli nel proprio notiziario, poichè, a volte, a diffamare un medico specialista si rischia, come minimo, la querela. Ad accusare chi dice il vero, come facciamo noi familiari degli ex-alzheimer, di dire cose non veritiere , si rischia in egual misura la querela. Pertanto ci andrei piano, se fossimo in chi scrive nel notiziario, o in chi invia lettere di avvertimento, per calunniare le nostre dichiarazioni e i medici nella loro onesta attività. L' incompetenza dell' incaricato AIMA si palesa in tutte le righe dell' articolo del notiziario, nessuna esclusa, tanto che alla fine noi familiari degli ex-alzheimer ci chiediamo con quale criterio gli sia stato affidato quell' incarico in seno all' associazione, la quale dovrebbe favorire i malati di Alzheimer e i familiari, e non certo ingannarli comunicandogli notizie false. Saremo altresì curiosi di leggere i contenuti della lettera, definita come molto esaustiva, inviata dall' AIMA nazionale in cui ci accusano di essere dei millantatori quando, grazie al cielo, quel notiziario AIMA , con tutte le sue non veritiere affermazioni, dimostra chi siano i veri millantatori.
Invitiamo, pertanto, coloro che siano venuti in possesso della lettera dell'AIMA nazionale, a spedircela via email a questo indirizzo exalzheimer@gmail.com , saremo ben lieti di renderne pubblici i contenuti pubblicandoli in questo blog.
I familiari degli ex-alzheimer
domenica 24 aprile 2011
A Chieti convegno psiconeuroanalisi
Dopo essermi avvicinata alla psiconeuroanalisi del dott. Giuseppe Dore, sentivo l’esigenza di approfondire alcuni aspetti teorici e di essere informata sui recenti sviluppi della sua ricerca. La dott.ssa Marina d’Onofrio e il dott. Massimo Lai hanno illustrato con chiarezza i presupposti di questa nuova forma di conoscenza che, ribaltando le concezioni scientifiche, richiede una grande capacità di mettersi in discussione. Anche per me non sempre è facile considerare le problematiche connesse alla malattia mentale da una nuova angolazione, senza subire l’influsso delle informazioni precedenti che non si armonizzano con la nuova concezione della mente. Secondo il dott. Dore, è la mente a generare il cervello ed è partendo dalla mente che si può riparare il danno cerebrale, come si è verificato “nel caso del sir Random”, ampiamente preso in considerazione dai relatori, come pure relazionato per altre dieci persone malate di demenza. I neurologi hanno spiegato che la guarigione dalla patologia è possibile, in quanto la psiconeuroanalisi consente di penetrare all’interno della coscienza umana, cosa impossibile prima di questa scoperta. Niente di miracolistico, quindi. Si tratta, al contrario, di capire che cosa sia la coscienza e come sia possibile accedervi. E’ ciò che il dott. Dore ha fatto e continua a fare ampliando gli orizzonti della sua ricerca verso altre forme di patologia che coinvolgono la mente: morbo di Parkinson, trauma cranico, ritardo mentale, sindromi psicotiche…Una sfida che l’autore si pone e che dovrebbe far riflettere neurologi, psichiatri, psicologi, operatori socio-sanitari, associazioni e tutti coloro che operano nell’area del disagio psichico. Ai presenti è stato esteso l’invito a recarsi a Sassari per conoscere la psiconeuroanalisi direttamente dal suo ideatore. Auspico che tutti coloro che sono interessati alla cura delle patologie neuropsichiatriche esprimano le proprie opinioni su questa terapia, solo dopo averla conosciuta in tutta la sua articolata complessità.
Greco Carolina Senigallia (AN)
Dopo essermi avvicinata alla psiconeuroanalisi del dott. Giuseppe Dore, sentivo l’esigenza di approfondire alcuni aspetti teorici e di essere informata sui recenti sviluppi della sua ricerca. La dott.ssa Marina d’Onofrio e il dott. Massimo Lai hanno illustrato con chiarezza i presupposti di questa nuova forma di conoscenza che, ribaltando le concezioni scientifiche, richiede una grande capacità di mettersi in discussione. Anche per me non sempre è facile considerare le problematiche connesse alla malattia mentale da una nuova angolazione, senza subire l’influsso delle informazioni precedenti che non si armonizzano con la nuova concezione della mente. Secondo il dott. Dore, è la mente a generare il cervello ed è partendo dalla mente che si può riparare il danno cerebrale, come si è verificato “nel caso del sir Random”, ampiamente preso in considerazione dai relatori, come pure relazionato per altre dieci persone malate di demenza. I neurologi hanno spiegato che la guarigione dalla patologia è possibile, in quanto la psiconeuroanalisi consente di penetrare all’interno della coscienza umana, cosa impossibile prima di questa scoperta. Niente di miracolistico, quindi. Si tratta, al contrario, di capire che cosa sia la coscienza e come sia possibile accedervi. E’ ciò che il dott. Dore ha fatto e continua a fare ampliando gli orizzonti della sua ricerca verso altre forme di patologia che coinvolgono la mente: morbo di Parkinson, trauma cranico, ritardo mentale, sindromi psicotiche…Una sfida che l’autore si pone e che dovrebbe far riflettere neurologi, psichiatri, psicologi, operatori socio-sanitari, associazioni e tutti coloro che operano nell’area del disagio psichico. Ai presenti è stato esteso l’invito a recarsi a Sassari per conoscere la psiconeuroanalisi direttamente dal suo ideatore. Auspico che tutti coloro che sono interessati alla cura delle patologie neuropsichiatriche esprimano le proprie opinioni su questa terapia, solo dopo averla conosciuta in tutta la sua articolata complessità.
Greco Carolina Senigallia (AN)
Si è conclusa positivamente, anche a Chieti, la presentazione della Psiconeuroanalisi
La presentazione della Psiconeuroanalisi di Chieti si è svolta con esito positivo, grazie al grande impegno di diverse persone del posto, con lo scopo di sensibilizzare e far conoscere questa neo-nata disciplina, sia ai familiari dei malati, che agli esperti del campo medico e di scienza.
I partecipanti si sono dimostrati molto interessati, tanto che, alla fine della presentazione, eseguita egregiamente ed esaustivamente, da parte dei rappresentanti scientifici, la Dottoressa Marina D' onofrio e il Dottor Massimo Lai, le domande sono state parecchie. In sala erano presenti non solo medici, ma anche scienziati e diversi giovani studenti universitari, in verità molto prodighi di domande.
L' unica nota dolente, in questo scenario del bellissimo palazzo della provincia di Chieti è stata sicuramente la scarsa presenza di medici specialisti, nonostante gli inviti alla manifestazione, da parte degli organizzatori, siano stati numerosissimi. Il che fa emergere che molti componenti dell' ambiente medico vedono questa scoperta scientifica e la neo-nata disciplina, come il fumo negli occhi, poichè appena viene menzionata la Psiconeuroanalisi e i casi di guarigione dei nostri familiari, molti di essi sono presi da una sorta di «isteria collettiva», più che da una sana idea di progresso della scienza.
Sembra evidente, ancora una volta, come intorno a questa scoperta si sia costruito una sorta di muro, apparentemente invalicabile, da parte degli addetti al settore, i quali snobbano la scoperta dall' alto della loro «superiorità» di chi sinora dall' Alzheimer non ha guarito ancora nessuno. Questa chiusura del mondo medico è sicuramente evidente, nonostante nel campo della ricerca non si profili niente di simile a quanto ottenuto con questa terapia innovativa; terapia, ci teniamo a ribadirlo, a cui sono stati sottoposti i nostri familiari con esito di guarigione e stabilizzazione.
La presentazione di Chieti ha visto però, sia nei medici presenti, che in tutti i partecipanti, una spiccata curiosità nel voler comprendere cosa sia la Psiconeuroanalisi, quali sono gli strumenti con cui essa opera e qual' è la portata della sua efficacia. La terapia è una terapia pro-corteccia, affermano i due relatori, e pertanto la si sta testando su varie patologie in cui si ha una compromissione della corteccia e a cui la scienza odierna non sa dare risposte valide.
Particolare anche la presenza di un presidente di un' associazione di familiari di malati, che sembra essere intervenuto più per suo conto, che nell' interesse dei malati stessi e delle loro famiglie. Infatti non sembrava interessato tanto a questa reale possibilità di guarigione, ma più al fatto di dirci che dall' Alzheimer non si guarisca, e per ribadire questa sua convinzione ha utilizzato argomenti già sentiti in altre occasioni da altri, e diventati sin troppo noiosi.
Ora, che queste cose venga a dirle in un luogo dove erano presenti anche dei rappresentanti di noi familiari degli ex-alzheimer, fa si che la cosa sia un po' ridicola.
La sua indelicatezza non si placava neanche quando, un familiare di una persona da poco sotto terapia con la Psiconeuroanalisi, testimoniava come, da uno stato di vegetale in cui il marito versava, ora, grazie a questa cura, mostra già segni di un' evidente ripresa da tutti i punti di vista.
In definitiva noi familiari pensiamo che la presentazione di Chieti sia stato un ottimo evento, che ha permesso alla Psiconeuroanalisi di venir conosciuta da familiari e malati di Alzheimer anche in Abruzzo, e questo non è poco. In secondo luogo coloro che hanno partecipato hanno avuto modo di venire a contatto con la realtà di questa scoperta e soprattutto di verificare che dietro di essa c' è il lavoro, l' impegno e la serietà di questi bravi ricercatori.
I familiari degli ex-alzheimer
La presentazione della Psiconeuroanalisi di Chieti si è svolta con esito positivo, grazie al grande impegno di diverse persone del posto, con lo scopo di sensibilizzare e far conoscere questa neo-nata disciplina, sia ai familiari dei malati, che agli esperti del campo medico e di scienza.
I partecipanti si sono dimostrati molto interessati, tanto che, alla fine della presentazione, eseguita egregiamente ed esaustivamente, da parte dei rappresentanti scientifici, la Dottoressa Marina D' onofrio e il Dottor Massimo Lai, le domande sono state parecchie. In sala erano presenti non solo medici, ma anche scienziati e diversi giovani studenti universitari, in verità molto prodighi di domande.
L' unica nota dolente, in questo scenario del bellissimo palazzo della provincia di Chieti è stata sicuramente la scarsa presenza di medici specialisti, nonostante gli inviti alla manifestazione, da parte degli organizzatori, siano stati numerosissimi. Il che fa emergere che molti componenti dell' ambiente medico vedono questa scoperta scientifica e la neo-nata disciplina, come il fumo negli occhi, poichè appena viene menzionata la Psiconeuroanalisi e i casi di guarigione dei nostri familiari, molti di essi sono presi da una sorta di «isteria collettiva», più che da una sana idea di progresso della scienza.
Sembra evidente, ancora una volta, come intorno a questa scoperta si sia costruito una sorta di muro, apparentemente invalicabile, da parte degli addetti al settore, i quali snobbano la scoperta dall' alto della loro «superiorità» di chi sinora dall' Alzheimer non ha guarito ancora nessuno. Questa chiusura del mondo medico è sicuramente evidente, nonostante nel campo della ricerca non si profili niente di simile a quanto ottenuto con questa terapia innovativa; terapia, ci teniamo a ribadirlo, a cui sono stati sottoposti i nostri familiari con esito di guarigione e stabilizzazione.
La presentazione di Chieti ha visto però, sia nei medici presenti, che in tutti i partecipanti, una spiccata curiosità nel voler comprendere cosa sia la Psiconeuroanalisi, quali sono gli strumenti con cui essa opera e qual' è la portata della sua efficacia. La terapia è una terapia pro-corteccia, affermano i due relatori, e pertanto la si sta testando su varie patologie in cui si ha una compromissione della corteccia e a cui la scienza odierna non sa dare risposte valide.
Particolare anche la presenza di un presidente di un' associazione di familiari di malati, che sembra essere intervenuto più per suo conto, che nell' interesse dei malati stessi e delle loro famiglie. Infatti non sembrava interessato tanto a questa reale possibilità di guarigione, ma più al fatto di dirci che dall' Alzheimer non si guarisca, e per ribadire questa sua convinzione ha utilizzato argomenti già sentiti in altre occasioni da altri, e diventati sin troppo noiosi.
Ora, che queste cose venga a dirle in un luogo dove erano presenti anche dei rappresentanti di noi familiari degli ex-alzheimer, fa si che la cosa sia un po' ridicola.
La sua indelicatezza non si placava neanche quando, un familiare di una persona da poco sotto terapia con la Psiconeuroanalisi, testimoniava come, da uno stato di vegetale in cui il marito versava, ora, grazie a questa cura, mostra già segni di un' evidente ripresa da tutti i punti di vista.
In definitiva noi familiari pensiamo che la presentazione di Chieti sia stato un ottimo evento, che ha permesso alla Psiconeuroanalisi di venir conosciuta da familiari e malati di Alzheimer anche in Abruzzo, e questo non è poco. In secondo luogo coloro che hanno partecipato hanno avuto modo di venire a contatto con la realtà di questa scoperta e soprattutto di verificare che dietro di essa c' è il lavoro, l' impegno e la serietà di questi bravi ricercatori.
I familiari degli ex-alzheimer
A Sassari per conoscere la terapia
Ritenevo che fosse impossibile guarire dalla demenza, forse avevo letto una notizia fasulla sul blog, come tante altre.
Ma guardando negli occhi mia madre, affetta da una grave forma di demenza, non riuscivo a dimenticarmi di quel messaggio. Ero molto scettica, poi è sorto un dubbio: e se fosse vero?
D’altra parte sulla malattia mentale non si può scherzare, dal punto di vista etico è deprecabile sostenere, falsamente, che alcune persone sono ritornate a condurre una vita autonoma e soddisfacente. Solo gente senza scrupoli ha il coraggio di illudere familiari che soffrono e che lottano, tra mille difficoltà, per elargire cure che non riescono a sortire effetti positivi. Mi sembrava davvero assurdo che qualcuno potesse rendersi responsabile di una simile crudeltà.
Volevo capire.
Sono andata a Sassari nello studio del dott. Dore e della dott. ssa D’Onofrio, due giovani neurologi che con passione e semplicità mi hanno spiegato in che cosa consiste la psiconeuroanalisi e la loro attività di ricerca. Si sono soffermati per quattro ore a rispondere alle mie domande. Per me è stata un’esperienza significativa. Dall’incontro mi sono resa conto che il dott. Dore è l’artefice di una grande scoperta, che potrebbe cambiare il modo di curare le patologie neuropsichiatriche. Ora penso che esista davvero una terapia per la demenza, credo nella sua efficacia e stimo coloro che la praticano con dedizione. In questo momento, purtroppo, questi specialisti non hanno potuto prendere in cura mia madre. Spero che a breve termine ciò diventi per loro possibile. Vivo nelle Marche, sono disposta a trasferirmi in Sardegna per la durata della terapia, una terapia che usa la parola al posto dei soli farmaci per curare la persona. Io ho fiducia nell’attività di questi giovani neurologi, sono disposta ad affidare loro mia madre, perché nelle loro mani mi sento al sicuro.
Carolina Greco Senigallia (AN)
Ritenevo che fosse impossibile guarire dalla demenza, forse avevo letto una notizia fasulla sul blog, come tante altre.
Ma guardando negli occhi mia madre, affetta da una grave forma di demenza, non riuscivo a dimenticarmi di quel messaggio. Ero molto scettica, poi è sorto un dubbio: e se fosse vero?
D’altra parte sulla malattia mentale non si può scherzare, dal punto di vista etico è deprecabile sostenere, falsamente, che alcune persone sono ritornate a condurre una vita autonoma e soddisfacente. Solo gente senza scrupoli ha il coraggio di illudere familiari che soffrono e che lottano, tra mille difficoltà, per elargire cure che non riescono a sortire effetti positivi. Mi sembrava davvero assurdo che qualcuno potesse rendersi responsabile di una simile crudeltà.
Volevo capire.
Sono andata a Sassari nello studio del dott. Dore e della dott. ssa D’Onofrio, due giovani neurologi che con passione e semplicità mi hanno spiegato in che cosa consiste la psiconeuroanalisi e la loro attività di ricerca. Si sono soffermati per quattro ore a rispondere alle mie domande. Per me è stata un’esperienza significativa. Dall’incontro mi sono resa conto che il dott. Dore è l’artefice di una grande scoperta, che potrebbe cambiare il modo di curare le patologie neuropsichiatriche. Ora penso che esista davvero una terapia per la demenza, credo nella sua efficacia e stimo coloro che la praticano con dedizione. In questo momento, purtroppo, questi specialisti non hanno potuto prendere in cura mia madre. Spero che a breve termine ciò diventi per loro possibile. Vivo nelle Marche, sono disposta a trasferirmi in Sardegna per la durata della terapia, una terapia che usa la parola al posto dei soli farmaci per curare la persona. Io ho fiducia nell’attività di questi giovani neurologi, sono disposta ad affidare loro mia madre, perché nelle loro mani mi sento al sicuro.
Carolina Greco Senigallia (AN)
lunedì 18 aprile 2011
Voglio condividere qui la mia personale testimonianza
Mio padre soffre ormai da tre anni da una grave forma di demenza chiamata Demenza Fronto Temporale. Gli effetti possono essere assimilati a quelli dell’Alzheimer, ed in alcuni casi sono anche peggiori, essendo la parte frontale quella del cervello adibita all’attività motoria, alla pianificazione e l’organizzazione del comportamento. Sostanzialmente la persona che conoscevo non esisteva più: al suo posto c’era un essere privo di coscienza e di ogni capacità di interazione con la realtà, che di conseguenza viveva una vita indegna di essere definita tale. I familiari ‘consumano’ letteralmente la propria vita dietro una malattia che ‘divora’ la mente e il corpo del malato, inesorabile, e soprattutto, stando a tutti i neurologi consultati, irreversibile.
Insomma l’epilogo era già segnato. Si trattava solo di pregare affinché la demenza decidesse di porre fine alla vita del malato prima possibile, terminando la sua sofferenza. In questa battaglia i farmaci sono l’unico alleato di chi la combatte, aiutando i familiari nella ‘gestione’ del malato, ma non agendo sulla patologia vera e propria.
La mia famiglia approda alla Psiconeuroanalisi con l’immenso stupore di chi approda ad una nuova forma di conoscenza, che porta con sé una nuova e rivoluzionaria visione della realtà, e immancabilmente, delle demenze. Lascio a chi è maggiormente competente addentrarsi nella complessa spiegazione di questa nuova disciplina e terapia, ma quello che mi preme qui condividere, è che la situazione clinica e l’anamnesi di mio padre ha trovato una perfetta aderenza nelle linee guida e nei fondamenti della Psiconeuroanalisi, arrivando in soli 4 mesi a risultati terapeutici assolutamente insperati, come la completa eliminazione di qualsiasi farmaco, e il recupero di alcune funzioni basilari quali il linguaggio e la scrittura. Questo percorso coinvolge non solo il malato, ma anche i familiari in toto, che hanno un ruolo fondamentale nella terapia, e nello stesso tempo percorrono anch’essi un iter di apprendimento di alcuni fondamenti logici razionali.
Non faccio fatica a capire i motivi per cui la medicina ufficiale stia ostacolando, o comunque non dia credito ai risultati terapeutici (tra l’altro perfettamente verificabili da documentazioni ufficiali) che questa disciplina sta raggiungendo, scalzando totalmente il modello farmacologico. Invito pertanto i familiari delle persone affette da demenze ad avvicinarsi alla Psiconeuroanalisi, e convincere i propri neurologi a fare lo stesso, in quanto è questo l’unico modo di poter arrivare in tempi brevi ad avere più figure professionali in grado di mettere in pratica questa raffinata e complessa disciplina.
Intanto mio padre, dopo soli 4 mesi, sta lentamente riprendendo, non senza fatica sua e nostra, il contatto con la realtà. Reagisce agli stimoli, si commuove, sorride. Se anche dovesse restare in questo stato, noi tutti ci metteremmo la firma, ormai lontano dai grotteschi episodi di aggressività e comportamenti disumanizzati tipici di queste malattie. Ma oggi abbiamo la certezza che il suo percorso andrà ben più avanti.
A.
Mio padre soffre ormai da tre anni da una grave forma di demenza chiamata Demenza Fronto Temporale. Gli effetti possono essere assimilati a quelli dell’Alzheimer, ed in alcuni casi sono anche peggiori, essendo la parte frontale quella del cervello adibita all’attività motoria, alla pianificazione e l’organizzazione del comportamento. Sostanzialmente la persona che conoscevo non esisteva più: al suo posto c’era un essere privo di coscienza e di ogni capacità di interazione con la realtà, che di conseguenza viveva una vita indegna di essere definita tale. I familiari ‘consumano’ letteralmente la propria vita dietro una malattia che ‘divora’ la mente e il corpo del malato, inesorabile, e soprattutto, stando a tutti i neurologi consultati, irreversibile.
Insomma l’epilogo era già segnato. Si trattava solo di pregare affinché la demenza decidesse di porre fine alla vita del malato prima possibile, terminando la sua sofferenza. In questa battaglia i farmaci sono l’unico alleato di chi la combatte, aiutando i familiari nella ‘gestione’ del malato, ma non agendo sulla patologia vera e propria.
La mia famiglia approda alla Psiconeuroanalisi con l’immenso stupore di chi approda ad una nuova forma di conoscenza, che porta con sé una nuova e rivoluzionaria visione della realtà, e immancabilmente, delle demenze. Lascio a chi è maggiormente competente addentrarsi nella complessa spiegazione di questa nuova disciplina e terapia, ma quello che mi preme qui condividere, è che la situazione clinica e l’anamnesi di mio padre ha trovato una perfetta aderenza nelle linee guida e nei fondamenti della Psiconeuroanalisi, arrivando in soli 4 mesi a risultati terapeutici assolutamente insperati, come la completa eliminazione di qualsiasi farmaco, e il recupero di alcune funzioni basilari quali il linguaggio e la scrittura. Questo percorso coinvolge non solo il malato, ma anche i familiari in toto, che hanno un ruolo fondamentale nella terapia, e nello stesso tempo percorrono anch’essi un iter di apprendimento di alcuni fondamenti logici razionali.
Non faccio fatica a capire i motivi per cui la medicina ufficiale stia ostacolando, o comunque non dia credito ai risultati terapeutici (tra l’altro perfettamente verificabili da documentazioni ufficiali) che questa disciplina sta raggiungendo, scalzando totalmente il modello farmacologico. Invito pertanto i familiari delle persone affette da demenze ad avvicinarsi alla Psiconeuroanalisi, e convincere i propri neurologi a fare lo stesso, in quanto è questo l’unico modo di poter arrivare in tempi brevi ad avere più figure professionali in grado di mettere in pratica questa raffinata e complessa disciplina.
Intanto mio padre, dopo soli 4 mesi, sta lentamente riprendendo, non senza fatica sua e nostra, il contatto con la realtà. Reagisce agli stimoli, si commuove, sorride. Se anche dovesse restare in questo stato, noi tutti ci metteremmo la firma, ormai lontano dai grotteschi episodi di aggressività e comportamenti disumanizzati tipici di queste malattie. Ma oggi abbiamo la certezza che il suo percorso andrà ben più avanti.
A.
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