venerdì 18 maggio 2012

Dalla legge Basaglia alla Psiconeuroanalisi

Nuove prospettive per i malati di mente



Nel corso del tempo, sono stati proposti diversi approcci terapeutici nella cura dei malati mentali e sono caduti alcuni pregiudizi nei loro confronti, ma siamo ancora ben lontani dal pervenire ad una piena integrazione nella società e ad un supporto adeguato alle rispettive famiglie.

E’ stato il dott. Basaglia, negli anni ’70, a tracciare un percorso di recupero e di integrazione per i dementi: egli ha ipotizzato per loro la possibilità di vivere una vita “fuori dai manicomi”, suscitando accese polemiche e reazioni che non hanno consentito di cogliere la portata rivoluzionaria della sua legge, tuttora, all’avanguardia. L’opinione comune, infatti, resta ancorata agli “schemi concentrazionari” dei manicomi, alle sue strutture e modalità di comportamento. Un manicomio presente nella mente “dei sani”, un’ossessione da cui sembra difficile liberarsi, quasi impossibile.

La logica manicomiale pervade, purtroppo, da molto tempo, talune cure istituzionali: la camicia di forza è diventata sottile, quasi invisibile agli occhi di chi non vuol vederla. Tra dosi massicce di psicofarmaci e fasce di contenzione, definite in maniera eufemistica “misure di protezione”, si assiste, infatti, impotenti alla indomita progressione della patologia che conduce il demente, inesorabilmente, ad estraniarsi sempre di più dalla realtà fino alla morte.

Oggi, al contrario, a distanza di anni, la legge Basaglia può trovare una reale applicazione. Gli studi e le ricerche del dott. Dore segnano l’inizio di una nuova era per il genere umano, consentendo a coloro che sono affetti da diverse forme di patologia della corteccia cerebrale di ritornare, gradualmente, a vivere in maniera consapevole, attraverso la forza semantica della parola.

Parlare di rinascita della neuropsichiatria, in riferimento alla Psiconeuroanalisi, la nuova e innovativa scoperta del dott. Dore, è, quindi, dal mio punto di vista, riduttivo. Analizzando, infatti, in profondità, la condizione dei malati di mente, mi domando se la neuropsichiatria classica non solo sia mai nata, ma se abbia mai conseguito una conoscenza in grado di dare un contributo efficace alla cura delle varie forme di patologia che esse presentano.

Ma ora siamo giunti alla grande svolta, infatti, la suddetta conoscenza chiamata Psiconeuroanalisi, propone una stravolgente nuova forma di sapere e di intervento terapeutico che potrebbe illuminare le notti buie delle persone de-menti e dei loro familiari. Credo fermamente che in seguito a questa scoperta, la vera demenza potrà esistere soltanto nella mente di coloro che non riescono a vedere la realtà o non vogliono vederla, prigionieri inconsapevoli di stereotipi, di vecchie conoscenze, nonché di rigide strutture mentali.

Greco Carolina – Senigallia(An)

Psiconeuroanalisi: meravigliose esperienze di un percorso terapeutico



Pace a tutti in Gesù, che ringraziamo sempre di cuore, assieme alla sua e nostra tenerissima Madre, per averci fatto incontrare la “Psiconeuroanalisi del Dott. Giuseppe Dore”.

La neurologia ufficiale, nell’ ottobre 2009, ponendo la diagnosi di “Demenza Frontotemporale”, ci ha fatto vivere la condizione terribile di chi deve perdere un figlio, perdipiù entro una data prestabilita, che per noi era fissata per il Natale 2011.

L’ incontro col Dott. Dore, nel maggio 2011, con una diagnosi di “Istero Demenza” ci ha guidato e ridato la luce, permettendoci, da protagonisti, di far rinascere nostro figlio.

Ringraziamo tuti i soci dell’ ass. AION onlus, per quanto fanno per tutti noi, incoraggiandoci e accompagnandoci in questo percorso, con importanti approfondimenti sulla nuova disciplina “La Psiconeuroanalisi” e mettendoci incontatto con le testimonianze di chi ha iniziato prima di noi questo percorso o lo ha finito; in particolare ho a cuore di ringraziare la sig.ra Stefania, che nel maggio 2011, al telefono, ha saputo accogliermi, indirizzarmi e trasmettermi una speranza nuova.
Grazie alla D.ssa D’Onofrio, che ha saputo, con molta professionalità e disponibilità, consolidare la nostra speranza e accompagnarci fino all’ appuntamento col Dott. Dore il 31 maggio 2011, dove abbiamo avuto la conferma che una speranza nuova si era aperta per noi.

A settembre 2011 siamo entrati nella cosiddetta Preterapia (dico noi perché il percorso coinvolge anche chi accompagna il malato) con nostro figlio, ingegnere di 40 anni, sposato e papà di 2 figli di 5 e 2 anni.

Diagnosi, ripeto, dall’ ottobre 2009 di Demenza Frontotemporale severa e galoppante, data l’ età, con prognosi di morte entro il mese di dicembre 2011.

Ad agosto 2011, nostro figlio, si isolava sempre di più, passava più di mezza giornata inerte tra letto e divano, completamente assente e con i muscoli ridotti alla consistenza di silicone, senza la parola e completamente incontinente, dipendeva del tutto da noi sia per la cura personale che per l’ alimentazione; il suo sguardo era vuoto, con espressioni del viso da demente.

Comunque, da una sequenza di foto abbiamo constatato che già da novembre 2011 nostro figlio cambiava sia nel fare che nell’ aspetto, acquistava man mano consistenza muscolare, e partecipava agli esercizi che ci venivano assegnati dal Dott. Dore.
A Natale 2011, nostro figlio aveva gli occhi presenti e limpidi, aveva perso completamente lo sguardo di demente, iniziava a collaborare alle cure personali e la sua forza continuava ad aumentare.

Oggi, nostro figlio, ha fatto notevoli cambiamenti, ha un aspetto di un quarantenne con volto sereno e rilassato, collabora attivamente alle cure personali e agli esercizi terapeutici, ha triplicato la sua forza fisica, e già da gennaio 2012 non prende più nessun farmaco. Facciamo delle lunghe passeggiate, riusciva già dai primi mesi di terapia a rimanere inchiesa per la messa e a Pasqua abbiamo fatto la Via Crucis per circa due ore, malgrado un corpo ancora non completamente a posto. Oramai, sia la presenza con se stesso che in mezzo a noi, è abbastanza evidente, anche se per ora, solo con segni gestuali, interagisce continuamente ed efficacemente con noi.

Tutto questo per noi è già un traguardo straordinario, visto quello che aveva diagnosticato la Neurologia ufficiale. Ringraziamo di cuore il Dott. Dore per la sua professionalità e umanità; ora aspettiamo che nostro figlio, da un momento all’ altro, ricominci anche a parlare. Questo gli consentirà di entrare in relazione totale col Dott. Dore e di avviarsi a una rinascita di se stesso.

Ci rimettiamo comunque alla volontà di Dio. Grazie……Grazie!!!!! Dott. Dore.


Anna e Gino Infante

E’ un viaggio straordinario il recupero di una persona de-mente




La storia di cui voglio raccontarvi, in estrema sintesi, è quella di mia madre, di anni 76, affetta da oltre dieci anni da una grave forma di demenza, dai più definita in modo alquanto impreciso, come ad esempio, Alzheimer, fronto – temporale o, ultimamente, mista; non cambia la sostanza del quadro che mia madre ha presentato in tutti questi anni.

La diagnosi, messa a punto da una schiera di specialisti della provincia di Ancona, ha segnato da subito l’inizio di un declino alquanto triste ed inarrestabile. Come sopraggiunta, nel mese di giugno del 2011, riportò la rottura del femore con la necessità di un intervento chirurgico di endoprotesi di urgenza, rendendo il quadro clinico ancora più scoraggiante. E’ inutile sottolineare che da quel momento mia madre non è più riuscita a camminare, anzi, è precipitata in uno stato di disautonomia completo.

Da sempre, comunque, ho cercato, contro le evidenze tangibili, qualche forma di intervento che potesse rendermi più accettabile questo inesorabile destino, infatti, ho contattato svariati centri di ricerca sulla malattia di Alzheimer distribuiti sul territorio nazionale, e non solo, ma, purtroppo, non ho mai ottenuto alcunché di significativo. Ciò che restava da fare, quindi, anche a detta degli specialisti, era di attendere la “scelta” della natura che, in questi casi, è morte certa.

Da settembre 2011, venni a sapere di una peculiare ricerca svolta da un medico di Sassari, in Sardegna, e, dopo aver letto con interesse il suo libro, dal titolo “Psiconeuroanalisi dell’istero – demenza”, mi recai, al più presto, nel suo studio, con il vivo desiderio di poter sperimentare questa nuova cura con mia madre che, essendo alquanto oppositiva in ogni approccio, rifiutava ogni forma di collaborazione, ma per di più urlava insistentemente e bestemmiava con veemenza senza sosta.

Ricordo che, stando alle conoscenze attuali, una persona affetta da demenza in uno stadio così avanzato come quello in cui versava mia madre, non ha nessuna attenzione di natura curativa in senso stretto, ma solamente palliativi, definiti specialmente psicofarmaci, che dovrebbero, a detta di alcuni, attutire i vari sintomi che precedono la morte.

Diversamente da quanto anzidetto, invece, le cose sono andate in maniera alquanto favorevole da quando è seguita dal dott. Dore mediante un approccio personalizzato definito sinteticamente pre – terapia, dal momento che una terapia compiuta di natura psiconeuroanalitica richiede la collaborazione della mente del paziente.

E’ stato entusiasmante, per me, assistere e collaborare a questo nuovo tipo di cura psicologica, fondata su una graduale e ricca sollecitazione logico – semantica, veicolata mediante parole contestualizzate ad hoc, convertite in una forma narrativa a cui il paziente, straordinariamente, presta sempre più attenzione. Il tutto viene a svolgersi in incontri settimanali del neurologo; la durata del trattamento terapeutico, nel caso specifico, è di oltre tre ore. Nel resto delle giornate, io familiare preparo quanto della mente di mia madre resta, in direzione di quelle parole che diverranno un costrutto narrativo nelle mani del medico.

Da quando ha avuto inizio il trattamento con il dott. Dore ( gennaio 2012), mia madre è chiaramente migliorata: non urla e non bestemmia più come prima; lo sguardo è notevolmente cambiato; già esprime qualche semplice frase di senso compiuto; è molto più gestibile, presente e tiene lo sguardo sull’interlocutore che, di volta in volta, si trova ad interagire. Si tratta di piccoli, ma grandi segnali di vita e di ripresa molto significativi e impensabili in un breve arco di tempo, che si sono verificati senza alcun ausilio di psicofarmaci in una paziente che non si prestava a nessun tipo di collaborazione. Ora il mio ambizioso desiderio è quello di vederla integralmente in terapia con il neurologo, quindi completamente interagente per far sì che la Psiconeuroanalisi possa essere applicata, come normalmente si fa nei pazienti dementi che collaborano.

Di fronte ai progressi che ogni giorno sono manifestati da mia madre, sento l’esigenza di ringraziare, in modo particolare, il dott. Dore, la dott.ssa d’Onofrio, il Dott. Lai per avermi dato la possibilità di iniziare un nuovo cammino di speranza e l’associazione Aion per il sostegno che ci sta offrendo nella quotidianità. Penso che sia stata la disperazione che ha letto nel mio sguardo ad indurre il dott. Dore ad offrirmi l’opportunità di far sì che mia madre potesse fruire del suo intervento terapeutico.
Credo che egli abbia già vinto anche questa sfida.


Greco Carolina – Senigallia ( An )