Voglio condividere qui la mia personale testimonianza
Mio padre soffre ormai da tre anni da una grave forma di demenza chiamata Demenza Fronto Temporale. Gli effetti possono essere assimilati a quelli dell’Alzheimer, ed in alcuni casi sono anche peggiori, essendo la parte frontale quella del cervello adibita all’attività motoria, alla pianificazione e l’organizzazione del comportamento. Sostanzialmente la persona che conoscevo non esisteva più: al suo posto c’era un essere privo di coscienza e di ogni capacità di interazione con la realtà, che di conseguenza viveva una vita indegna di essere definita tale. I familiari ‘consumano’ letteralmente la propria vita dietro una malattia che ‘divora’ la mente e il corpo del malato, inesorabile, e soprattutto, stando a tutti i neurologi consultati, irreversibile.
Insomma l’epilogo era già segnato. Si trattava solo di pregare affinché la demenza decidesse di porre fine alla vita del malato prima possibile, terminando la sua sofferenza. In questa battaglia i farmaci sono l’unico alleato di chi la combatte, aiutando i familiari nella ‘gestione’ del malato, ma non agendo sulla patologia vera e propria.
La mia famiglia approda alla Psiconeuroanalisi con l’immenso stupore di chi approda ad una nuova forma di conoscenza, che porta con sé una nuova e rivoluzionaria visione della realtà, e immancabilmente, delle demenze. Lascio a chi è maggiormente competente addentrarsi nella complessa spiegazione di questa nuova disciplina e terapia, ma quello che mi preme qui condividere, è che la situazione clinica e l’anamnesi di mio padre ha trovato una perfetta aderenza nelle linee guida e nei fondamenti della Psiconeuroanalisi, arrivando in soli 4 mesi a risultati terapeutici assolutamente insperati, come la completa eliminazione di qualsiasi farmaco, e il recupero di alcune funzioni basilari quali il linguaggio e la scrittura. Questo percorso coinvolge non solo il malato, ma anche i familiari in toto, che hanno un ruolo fondamentale nella terapia, e nello stesso tempo percorrono anch’essi un iter di apprendimento di alcuni fondamenti logici razionali.
Non faccio fatica a capire i motivi per cui la medicina ufficiale stia ostacolando, o comunque non dia credito ai risultati terapeutici (tra l’altro perfettamente verificabili da documentazioni ufficiali) che questa disciplina sta raggiungendo, scalzando totalmente il modello farmacologico. Invito pertanto i familiari delle persone affette da demenze ad avvicinarsi alla Psiconeuroanalisi, e convincere i propri neurologi a fare lo stesso, in quanto è questo l’unico modo di poter arrivare in tempi brevi ad avere più figure professionali in grado di mettere in pratica questa raffinata e complessa disciplina.
Intanto mio padre, dopo soli 4 mesi, sta lentamente riprendendo, non senza fatica sua e nostra, il contatto con la realtà. Reagisce agli stimoli, si commuove, sorride. Se anche dovesse restare in questo stato, noi tutti ci metteremmo la firma, ormai lontano dai grotteschi episodi di aggressività e comportamenti disumanizzati tipici di queste malattie. Ma oggi abbiamo la certezza che il suo percorso andrà ben più avanti.
A.
lunedì 18 aprile 2011
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l'emozione di aver vissuto accanto a mia madre ammalata il risveglio dei suoi neuroni mi porta a comunicarlo al mondo intero . entrate nella psiconeuroanalisi.
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