domenica 24 aprile 2011

Si è conclusa positivamente, anche a Chieti, la presentazione della Psiconeuroanalisi


La presentazione della Psiconeuroanalisi di Chieti si è svolta con esito positivo, grazie al grande impegno di diverse persone del posto, con lo scopo di sensibilizzare e far conoscere questa neo-nata disciplina, sia ai familiari dei malati, che agli esperti del campo medico e di scienza.
I partecipanti si sono dimostrati molto interessati, tanto che, alla fine della presentazione, eseguita egregiamente ed esaustivamente, da parte dei rappresentanti scientifici, la Dottoressa Marina D' onofrio e il Dottor Massimo Lai, le domande sono state parecchie. In sala erano presenti non solo medici, ma anche scienziati e diversi giovani studenti universitari, in verità molto prodighi di domande.
L' unica nota dolente, in questo scenario del bellissimo palazzo della provincia di Chieti è stata sicuramente la scarsa presenza di medici specialisti, nonostante gli inviti alla manifestazione, da parte degli organizzatori, siano stati numerosissimi. Il che fa emergere che molti componenti dell' ambiente medico vedono questa scoperta scientifica e la neo-nata disciplina, come il fumo negli occhi, poichè appena viene menzionata la Psiconeuroanalisi e i casi di guarigione dei nostri familiari, molti di essi sono presi da una sorta di «isteria collettiva», più che da una sana idea di progresso della scienza.
Sembra evidente, ancora una volta, come intorno a questa scoperta si sia costruito una sorta di muro, apparentemente invalicabile, da parte degli addetti al settore, i quali snobbano la scoperta dall' alto della loro «superiorità» di chi sinora dall' Alzheimer non ha guarito ancora nessuno. Questa chiusura del mondo medico è sicuramente evidente, nonostante nel campo della ricerca non si profili niente di simile a quanto ottenuto con questa terapia innovativa; terapia, ci teniamo a ribadirlo, a cui sono stati sottoposti i nostri familiari con esito di guarigione e stabilizzazione.
La presentazione di Chieti ha visto però, sia nei medici presenti, che in tutti i partecipanti, una spiccata curiosità nel voler comprendere cosa sia la Psiconeuroanalisi, quali sono gli strumenti con cui essa opera e qual' è la portata della sua efficacia. La terapia è una terapia pro-corteccia, affermano i due relatori, e pertanto la si sta testando su varie patologie in cui si ha una compromissione della corteccia e a cui la scienza odierna non sa dare risposte valide.
Particolare anche la presenza di un presidente di un' associazione di familiari di malati, che sembra essere intervenuto più per suo conto, che nell' interesse dei malati stessi e delle loro famiglie. Infatti non sembrava interessato tanto a questa reale possibilità di guarigione, ma più al fatto di dirci che dall' Alzheimer non si guarisca, e per ribadire questa sua convinzione ha utilizzato argomenti già sentiti in altre occasioni da altri, e diventati sin troppo noiosi.
Ora, che queste cose venga a dirle in un luogo dove erano presenti anche dei rappresentanti di noi familiari degli ex-alzheimer, fa si che la cosa sia un po' ridicola.
La sua indelicatezza non si placava neanche quando, un familiare di una persona da poco sotto terapia con la Psiconeuroanalisi, testimoniava come, da uno stato di vegetale in cui il marito versava, ora, grazie a questa cura, mostra già segni di un' evidente ripresa da tutti i punti di vista.
In definitiva noi familiari pensiamo che la presentazione di Chieti sia stato un ottimo evento, che ha permesso alla Psiconeuroanalisi di venir conosciuta da familiari e malati di Alzheimer anche in Abruzzo, e questo non è poco. In secondo luogo coloro che hanno partecipato hanno avuto modo di venire a contatto con la realtà di questa scoperta e soprattutto di verificare che dietro di essa c' è il lavoro, l' impegno e la serietà di questi bravi ricercatori.

I familiari degli ex-alzheimer

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